Titolo: La casa delle farfalle
Autore: Silvia Montemurro
Genere: narrativa contemporanea
Editore: Rizzoli
Formato: ebook e cartaceo
Anita ha trent'anni e insegna biologia all'Università di Colonia. Non ama gli aerei e soffre di vertigini, ma non saprebbe spiegarne il motivo. Quando la sua vita viene sconvolta da un tragico evento, in crisi lascia Hans, il suo compagno, per tornare nei luoghi dov'è cresciuta - in treno naturalmente. Lì, sul lago di Como, è decisa a ritrovare se stessa. Mentre passeggia cullata dallo sciabordio delle onde, incontra una bambina dai tratti giapponesi e dalla voce meravigliosa. Si chiama Yoko e, proprio come lei, è segnata da una ferita difficile da rimarginare. Presto Anita, leggendo il diario della nonna Lucrezia, scoprirà di essere legata a Yoko da una storia rimasta sepolta per anni, che unisce le loro famiglie. Tutto ha origine nel 1943, quando la casa di Lucrezia, la villa delle Farfalle, viene occupata da alcuni ufficiali tedeschi. Tra lei e Will, uno degli ufficiali, nasce un sentimento dirompente, ma la guerra sembra ostacolarli...
Recensione:
"... Le persone che abbiamo amato tornano sempre da noi.
A volte hanno le ali di una farfalla..."
Non è facile descrivere a parole le emozioni e le sensazioni che ho provato leggendo questo romanzo, ma posso dirvi come io e "lui" ci siamo "incontrati"..
Sono fermamente convinta che siano i libri a sceglierci proprio nel momento in cui abbiamo più bisogno di loro.
Con "La casa delle farfalle" è stato proprio cosi... Inizialmente mi ha colpito la cover e la frase impressa sopra, quella frase che trovate all'inizio della recensione.
Poi ho letto la dedica dell'autrice e il mio cuore ha avuto un sussulto:
"A mia madre,
il fiore più bello di questo giardino.
E alle mie nonne,
che sono diventate due splendide
farfalle bianche".
Ognuno di noi ha una farfalla bianca nel cielo e nel cuore, che vola silenziosa al suo fianco... la mia ha spiccato il volo un anno fa...portandosi via una parte di me...
Sapevo che leggendo questo libro avrei risvegliato tanti ricordi, tante emozioni, ma sentivo che avrebbe rappresentato per me una rinascita, una speranza nuova, e che sarebbe stato quel balsamo capace di curare le cicatrici del mio cuore.
E infatti cosi è stato.
Ma parliamo del romanzo.
La penna raffinata di Silvia ci accompagna per mano nella vita di Anita, che, a causa di un tragico evento, decide di allontanarsi da tutto e da tutti e ritornare nel suo "luogo del cuore":
La Villa delle Farfalle, sul lago di Como, dove e' cresciuta e dove sente di poter ricominciare a vivere.
"... Anita abbasso' la maniglia ed entrò. L'odore della nonna era ovunque, ma al secondo piano si sentiva di più.
Le case sanno chi le ama davvero, chi si prende cura di loro. Le pareti sono intrise dell'amore delle persone che non ci sono più."
In punta di piedi, pagina dopo pagina, scopriremo di un passato lontano, e di un segreto nascosto per tanto, troppo tempo che riguarda la sua famiglia.
Un passato che ha gli occhi innocenti di una bambina dai tratti giapponesi e dalla voce meravigliosa, Yoko.
Una bambina che Anita incontra per caso e che cambierà per sempre la sua vita.
Attraverso il diario della nonna Lucrezia Anita scoprirà di essere legata indissolubilmente a Yoko da una storia rimasta sepolta per anni, che unisce le loro famiglie.
Una storia che ha origine nel lontano 1943 quando la Villa delle Farfalle era stata occupata dagli ufficiali tedeschi...
Un tempo di guerra, di dolore, ma anche un tempo in cui l'Amore, quello vero, aveva bussato timidamente al cuore di Lucrezia...
Un romanzo che è pura poesia.
"La vita di una farfalla è breve. Il suo battito d'ali si consuma in pochi giorni. Ma quegli attimi d'amore rimangono impressi come piccoli istanti di felicità, nel cuore di chi resta"
Recensione a cura di Paola