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23 lug 2019

Recensione: COME L'ACQUA DI SEBILJ di Alessandro Cerutti








Titolo: Come l'acqua di Sebilj
Autore: Alessandro Cerutti 
Genere: contemporary romance
Editore: Visual Grafika Edizioni
Formato: cartaceo








Sinossi:
Torino 1993. Marco, 26 anni, vive incurante di tutto ciò che gli accade attorno. Gli amici sono solo compagni di divertimento e le ragazze una piacevole distrazione. Questo mondo artefatto, si scontrerà con la durezza di un campo profughi in Slovenia. Il lettore sarà, come Marco, spettatore inerme delle testimonianze dei profughi. La lotta per la sopravvivenza, il ricordo dei cari scomparsi, l’amore e la speranza sfidano la violenza, perché, anche se sembra che non ci sia alcuna ragione per sognare, esiste la possibilità di trovare un posto migliore dove riprendere a vivere. Questo libro parlerà ad ognuno di voi e scaverà un solco profondo nelle vostre coscienze.







Recensione:

Conoscevo già Alessandro Cerutti come autore di romanzi storici: mi aveva già conquistata con la sua scrittura, fluida, accattivante, coinvolgente.
Quando mi ha proposto di leggere e di recensire il suo ultimo romanzo "Come l'acqua di Sebilj" inizialmente ero un po' titubante.
Leggendo la sinossi infatti quello che più mi bloccava erano le tematiche trattate molto forti: la guerra in ex-Jugoslavia, la vita e le testimonianze dei profughi fuggiti all'orrore, la loro lotta per la sopravvivenza, il ricordo dei loro cari scomparsi.

Come il protagonista del romanzo, Marco, per un attimo ho voluto "nascondere la testa sotto la sabbia".
Ho avuto paura.
Paura di quello che avrei potuto provare leggendo e vivendo il dolore, la rabbia, la disperazione di queste persone, che hanno visto morire i loro cari, che hanno dovuto abbandonare le loro case, che hanno perso tutto...
Determinanti sono state le parole di Alessandro, l'autore, che mi ha detto:
"C'è una bellissima storia d'amore racchiusa tra le pagine del romanzo".
 Ed è stato proprio così.

Siamo a Torino nel 1993.
Marco, il protagonista, è un ragazzo di
26 anni: superficiale, a volte cinico, senza scopi particolari nella vita se non il calcetto e le serate in compagnia degli amici.
Tutto il suo mondo crollerà quando si troverà a dover affrontare la realtà di un campo profughi in Slovenia, un'esperienza che, suo malgrado, sarà costretto a vivere.

Le sue certezze, le sue convinzioni, tutto quello in cui ha sempre creduto saranno spazzati via in un attimo per fare spazio a
sentimenti nuovi, emozioni e sensazioni a lui sconosciute..

"... La logica di chi decide di operare la solidarietà nei campi profughi è quella dell'<essere con>.Non si va in un campo profughi per spirito di sacrificio. Si va a portare noi stessi e non a portare delle cose. Sono importanti alcuni atteggiamenti: l'ascolto, la disponibilità, la voglia di mettersi in discussione, la capacità di accettare una cultura diversa..."

E sarà proprio quello che farà Marco:
Ascoltare, comprendere, mettersi in gioco.
Capirà che la differenza tra lui, gli sloveni, e i profughi non c'è. C'è solo la fortuna di essere nato in un posto diverso.

Nel campo conoscerà Melita, una ragazza della sua età, dolcissima, rimasta sola al mondo, che ha vissuto gli orrori della guerra, ma che, nonostante tutto crede ancora nell'amore e nella possibilità di trovare un posto migliore dove ricominciare a vivere.

"Come l'acqua di Sebilj" è un romanzo che parlerà al cuore di ognuno di noi, e ci farà apprezzare ancora di più tutto il bello che ci circonda.

Voglio concludere questa mia recensione con un piccolo estratto del libro, un insegnamento che ci dà Melita e che, sono sicura, vi farà riflettere.

"... < Secondo te, quando devi fuggire e devi preparare una valigia in pochi minuti, quali sono le cose più importanti che ti devi portare dietro?>Marco rimase un attimo in silenzio, poi disse:< Penso i vestiti, i soldi, da mangiare, i gioielli >.< No, la cosa più importante sono le fotografie. Ti servono per ricordare chi sei, per ricordare la vita prima della guerra, il volto delle persone che ami...E anche per mostrare il viso delle persone che cerchi, se non sai dove sono finite.Io non ne ho prese da casa il giorno che siamo fuggiti e oggi non ho nessuna foto dei miei genitori. Ho paura di dimenticare il loro volto!>..."

5 stelle



Recensione a cura di Paola